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FREDDO - "SINESTETICA" IL NUOVO ALBUM - INTERVISTA


Ragazzo giubbotto rosso e cappello
Fred Portelli in arte Freddo

É uscito venerdì 17 novembre 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo album del progetto Freddo, un disco che prova a dare una personalissima definizione a una parola che non esiste: "Sinestetica". Freddo l’ha infatti inventata per dare una forma a quella che gli piace immaginare come “l’arte della sinestesia”. La sinestesia è tecnicamente la capacità di percepire intrecciando i sensi, un’associazione espressiva tra parole pertinenti a diverse sfere sensoriali.


Noi abbiamo incontrato l'artista e lo abbiamo intervistato, partendo proprio dal suo alter ego musicale.

Come fai convivere Fred con il tuo alterego artistico Freddo? È mai capitato che la tua identità artistica si scontrasse con il tuo Io di tutti i giorni? Guarda capita ogni ora, non ogni giorno! Freddo e' un artista dolce, fragile e perso dentro un ricerca di emotiva “stillness' interiore. Fred Portelli e' un producer, un multistrumentista, fa i dischi, scrive, realizza video, lavora costantemente per capire come portare Freddo a piu' persone possibili. Quindi e' ovvio, litigano spesso ma poi ci penso io, Federico, a fargli far pace davanti a un Campari e Prosecco!


Hai portato avanti la composizione di “Sinestetica” per un anno. Qual è stato il momento che ti ha messo maggiormente alla prova nel corso di questo periodo?


Sicuramente il fatto che c'era un calendario di uscite e andava tutto programmato uno o due mesi prima, con mix, master, video, contenuti sempre pensati con coerenza, qualita' e realizzati con largo anticipo.. Questo non e' un lavoro da “artista” ma e' come lavora una label, solo che oggi l'artista deve fare tutto... e siccome io un team ancora non ce l'ho per fare le cose fatte bene ho dovuto lavorare molto e i momenti difficili non sono mancati credetemi.


Vivi a Londra ormai da vent’anni. C’è qualche punto di incontro tra la scena musicale londinese e quella italiana? E quali sono, invece, gli elementi maggiormente contrastanti?


Vivere lontano da una scena musicale non significa esserne lontano. Cosi come vivere in una citta' non significa far parte di una scena necessariamente. Gli artisti sono animali strani, tutti quelli che conosco passano tanto tempo da soli, poi certo c'e' da fare networking e conoscere gente.. ma la fase creativa e' un roba personale che prescinde da dove vivi e cosa fanno gli altri artisti intorno a te. Specie in un mondo come quello di oggi dove con un click puoi ascoltare tutto o connetterti con chiunque. Proprio perche' sono via da tanto tempo il mercato italiano mi affascina e mi stupisce quando ad esempio scopro artisti nuovi o vecchie glorie che non ho vissuto direttamente, quindi e' un ascolto fresco e interessante. Quello inglese invece e' un universo infinito molto meno dedito alle regole di mercato devo dire. Forse il punto in comune e' che entrambe le dimensioni sono unite dalla necessita' di passare attraverso le maglie di Spotify e delle Playlist. Ma al contrario, i due mondi sono lontanissime nell'accezione LIVE. In Italia da cio che ho riscontrato e sentendo I miei colleghi, se non hai numeri e pubblico che paga un biglietto non riesci granche' a suonare. In UK invece c'e' una cultura del live molto piu' attenta: gia pensare che qui i concerti iniziano alle 19 e non alle 23 vi fa capire quanta importanza e quanta attenzione c'e' da parte del pubblico e dei promoters verso chi dedica la vita alle canzoni, alle parole, ai suoni.


Se dovessi descrivere la situazione ideale per ascoltare “Sinestetica”, quale sarebbe?


Con un paio di cuffie buone, al buio, con una candela accesa. Piu' o meno la condizione in cui l'ho scritto e registrato questo album.


Ci avviciniamo alla fine del 2023. Qualche proposito per l’anno che verrà?


Il proposito e' piu che altro un obbiettivo: trovare un team e un Booking Agent che mi diano una mano a portare Sinestetica davanti a tante persone perche' credo che dal vivo questo secondo album sia una bomba. Ad Agosto ho fatto una apertura per Myss Keta suonando praticamente quasi tutto il disco con la mia band e sono rimasto colpito da quanta energia si possa convogliare davanti ad occhi che ti osservano e orecchie che si riempiono di del mondo che cerco di mettere insieme su un palco. Dita incrociate please!





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